Quella del Mangart, con i suoi 2677 metri, è una delle cime più alte e spettacolari del Friuli. Raggiungerla dal versante sloveno (il Mangart si trova sul confine) è abbastanza semplice: in auto, dal valico del Predil, si arriva al rifugio Koca na Mangrtskem (1906 m) e si affrontano poi i restanti metri di scalata.
Le cose cambiano decisamente se si decide di affrontare la salita al Mangart dal versante italiano, partendo dai Laghi di Fusine. Il sentiero non ha difficoltà particolari ma la camminata è lunga, il dislivello è considerevole e la discesa è – non mi vengono altri aggettivi – spacca gambe.
Se amate le camminate lunghe potrebbe piacervi uno spettacolare percorso ad anello in Val Resia
Fusine - Mangart: Informazioni pratiche
Il punto di partenza è il lago superiore di Fusine, dove si può lasciare l’auto nell’ampio parcheggio per poi dirigersi verso il bar Ai Sette Nani e proseguire sul largo sentiero che si trova sulla sinistra.
Al bivio continuare sul sentiero CAI 512 che poi andrà lasciato per raggiunge l’Alpe Tamer. Bisogna percorrere tutto il pratone e alla fine, dove inizia il bosco, ci sono i segnali con indicati i sentieri, quello da seguire è il sentiero 517a – Bivacco Nogara.
- DURATA 8 ore
- DISTANZA 13 km (andata + ritorno)
- DISLIVELLO 1733 m
- CARTA TABACCO n. 019 Alpi Giulie Occidentali – Tarvisiano
- DIFFICOLTÀ EE
Salita al Mangart da Fusine - Via Normale
Dai laghi di Fusine al bivacco Nogara
La salita inizia nel bosco, e fin da subito il sentiero 517a sale ripido. Alla fine di questo primo tratto si esce dal bosco per continuare su un pratone e poco dopo si incontra il bivio con il sentiero 517 che porta all’Alpe Vecchia e al Rifugio Zacchi. La salita continua sul 517a in direzione Bivacco Nogara e Forcella Mangart.
A questo punto il sentiero attraversa una zona erbosa, poi riprende a salire ripido tra rocce ed erba e a questo punto non si distingue più molto bene. Bisogna tenesi verso la parete sulla destra e prestare attenzione ai piccoli segnali rossi sulle pietre.

Continuando si entra in un canale stretto e attrezzato con fune metallica, non è difficile ne esposto, e una volta usciti si sale a zig zag su un prato fino ad arrivare al bivacco Nogara, a 1850 m.
La salita non dà tregua e non ci sono tratti in cui la pendenza si fa più dolce. La vista però è una meraviglia: i Laghi di Fusine, il fitto bosco e l‘Alpe Vecchia guardando verso valle, mentre dalla parte opposta la parete imponente e verticale del Mangart, che da qui fa davvero impressione.

Per raggiungere il bivacco Nogara dai Laghi di Fusine ci vogliono circa 2 ore e 30 (andando con molta calma). Il bivacco si trova a metà salita rispetto alla vetta ed è il punto giusto per fare una sosta e recuperare le energie.
Da qui si può scegliere se raggiungere la cima del Mangart percorrendo la famosa e spettacolare Ferrata Italiana, che attacca proprio dietro al bivacco, o se procedere per il sentiero normale. La via ferrata è molto esposta e richiede la giusta attrezzatura, maggiori informazioni su questo percorso si trovano qui.
Dal bivacco Nogara alla vetta del Mangart
La via normale continua sul sentiero 517 che in circa 1 ora raggiunge Forcella Mangart, il punto di confine tra Italia e Slovenia.
Il confine è un filo spinato basso e arrugginito e dopo averlo passato si prosegue su un ghiaione. A questo punto inizia la parte attrezzata sulle rocce, dove comunque non è necessario legarsi in quanto non è mai esposta.
Nell’ultima parte si riprende a camminare sulla ghiaia, su un tratto di tornanti ripidi che (forse a causa della stanchezza) sembrano non finire mai. Dalla forcella alla vetta sono circa 2 ore di cammino.
Dalla vetta il panorama è meraviglioso, soprattutto se si ha la fortuna di trovare il cielo terso.

Mangart per la via normale: difficoltà
La salita al Mangart per la via normale non ha difficoltà tecniche, il pecorso attrezzato non è esposto e di conseguenza non serve essere legati.
L’unica cosa da tenere in considerazione è la possibilità di trovare nevai. Nel mio caso attraversarli è stata l’unica parte che mi ha fatto sentire poco tranquilla. Alcune persone sono tornate indietro mentre molti altri sono passati senza alcun problema, penso dipenda da quanto si è abituati a queste situazioni. Comunque avere dietro dei ramponi è l’idea migliore.
Per quanto riguarda la discesa a Fusine posso solo dire che è lunga e faticosa. Soprattutto il tratto che da forcella Mangart arriva al bivio con il sentiero che porta allo Zacchi; non si riesce a camminare normalmente perchè ci sono continui salti da fare per scendere dalle rocce e di conseguenza le gambe si stancano tantissimo.

4 comments
ciao Dania come stai?
si può salire sul Mangart anche dal rifugio Zacchi? in questo caso può risultare più semplice?
grazie
Stefano
Ciao Stefano!
Certo, puoi salire anche partendo dallo Zacchi. Camminerai forse 1 oretta in meno ma, secondo me, la parte più faticosa è quella che porta al Bivacco Nogara e la farai comunque. Per me non è stata la salita a essere estenuante, ma la discesa. Comunque dipende anche da quanto sei allenato, poi la bellezza del paesaggio ripaga la fatica 🙂
Ciao, Sto organizzando questa ascesa da tempo. Una domanda tecnica: per la via normale, quando parlate di sentiero attrezzato su roccia ma mai esposto, è fattibile per un cane abituato alla montagna che sembra uno stambecco? Oppure ci sono gradini metallici obbligatori? Grazie
Ciao Valentina! Non ci sono gradini metallici che io ricordi, cammini sempre sulla roccia dove ci sono le funi. È comunque una salita abbastanza faticosa e quando l’ho fatta io c’erano dei nevai da attraversare (quest’anno non credo ci sia questo problema). Non saprei darti un consiglio riguardo al cane, non dvrebbero esserci punti che lui non riesca ad attraversare ma il sentiero sulla roccia è abbastanza stretto e spesso ci sono parecchie persone; forse non è la camminata più adatta da fare con un cane.
In qualsiasi caso, se vai, ti auguro un buon giro 🙂